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Come si rinforza un solaio all'estradosso?

Come si rinforza un solaio all'estradosso?

I nostri consigli su come eseguire gli interventi di consolidamento dei solai all'estradosso in presenza o in assenza di soletta esistente

Gli interventi di rinforzo dei solai sono finalizzati principalmente a ottenere un incremento di resistenza. I motivi per cui si rende necessario realizzare un intervento di rinforzo possono essere diversi: per esempio per ottenere un miglioramento del comportamento prestazionale della superficie oggetto di rinforzo oppure per aumentare i carichi in seguito a un cambio della destinazione d’uso. Senza contare poi le motivazioni legate alla vulnerabilità del solaio derivante da errori progettuali o dalla carenza di materiale impiegato al momento della costruzione.

Per consolidare un solaio si procede generalmente su uno dei due lati della superficie: all'intradosso oppure all'estradosso. Dalla scelta della faccia su cui effettuare il rinforzo dipende la scelta del metodo e dei materiali da impiegare: fasce o lamine in fibra di carbonio all'intradosso e solette di rinforzo all'estradosso.

Rinforzi all'estradosso

Quando la struttura è completamente accessibile per le operazioni di consolidamento, la scelta spetta al progettista. Spesso però, per una serie di motivi, non è possibile scegliere. Ed è proprio su questo caso che ci siamo concentrati. In questo articolo infatti vedremo come si esegue il rinforzo di un solaio all'estradosso lasciando al prossimo, l'occasione per approfondire il discorso sui rinforzi all'intradosso.

Quando si deve eseguire un rinforzo all'estradosso di un solaio in laterocemento, in calcestruzzo armato, in legno o in sezione mista acciaio-calcestruzzo, il nostro consiglio è quello di intervenire sulla soletta con un sistema cementizio. Non si utilizzano quindi i sistemi di rinforzo con FRP, che invece servono a incrementare la resistenza a trazione della zona tesa dei travetti, che è principalmente all'intradosso.

Schema di rinforzo all'estradosso di un solaio in legno
Schema di rinforzo all'estradosso di un solaio in legno

Rinforzo di un solaio con creazione di un piano rigido

Nel caso si debba creare un piano rigido, in assenza di una soletta esistente sul solaio, di deve realizzare una soletta armata. A tal proposito, come avevamo avuto modo di vedere nell'articolo: "E' necessario armare una soletta in cls? Chiedi all'Esperto", affinchè il solaio possa avere un comportamento rigido occorre infatti la presenza di una soletta armata oppure che il solaio stesso sia rinforzato con un getto di 4-5 cm di spessore e armato con rete elettrosaldata.

Rinforzo di un solaio con soletta a basso spessore

Se invece sul solaio è presente una soletta rigida e il progettista abbia già considerato nel suo modello di calcolo che il solaio debba avere un comportamento infinitamente rigido nel piano, è possibile ricorrere a sistemi di rinforzo a spessore ridotto. In questo caso il consiglio che vi diamo è quello di utilizzare una malta cementizia a elevatissime resistenze come il nostro Betonfix HCR.

Schema di rinforzo all'estradosso di un solaio in laterocemento
Schema di rinforzo all'estradosso di un solaio in laterocemento

Il sistema di rinforzo con Betonfix HCR consente di incrementare la resistenza del solaio senza modificarne in maniera eccessiva le quote visto che il rinforzo può essere realizzato anche in spessori di circa 2-3 cm.

Betonfix HCR è additivato con fibre metalliche che conferiscono alla malta resistenza a trazione. Per questo motivo Betonfix HCR può essere essere utilizzato direttamente sulla superficie da rinforzare senza impiegare una rete di armatura. Sarà quindi necessaria la sola predisposizione di connettori sui travetti e di connessioni perimetrali.

Con l'inserimento della soletta si modifica dunque la superficie della sezione resistente e, di conseguenza, il momento d'inerzia. Ne deriva un beneficio in termini di resistenze e di equilibrio tra sforzi di compressione e trazione. Proprio per questo, lo spessore del rinforzo deve essere dimensionato in modo tale che il calcestruzzo compresso reagente sia proprio il Betonfix HCR. E' in questo modo infatti che è possibile poterne sfruttare appieno le eccezionali caratteristiche di resistenza.

PER APPROFONDIRE: Betonfix HCR, il "microcalcestruzzo" a elevate prestazioni

Ing. Stefano Agnetti, Responsabile Ufficio Tecnico Kimia

Ing. Stefano Agnetti, Responsabile Ufficio Tecnico Kimia

Ingegnere civile laureato a Perugia nel 2010 e PhD in ingegneria civile e materiali innovativi. In Kimia mi occupo di restauro e recupero edilizio. Mi piace viaggiare, sperimentare in cucina e sono un amante degli animali. Questo è il mio profilo Linkedin

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