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Ripristino del calcestruzzo: quale ciclo d'intervento scegliere?

Ripristino del calcestruzzo: ciclo completo

Ciclo standard in più fasi o ciclo breve? Scopriamo qual è la scelta più adatta quando si deve realizzare un intervento di ripristino del calcestruzzo

Per ristabilire caratteristiche e funzionalità delle strutture in cemento armato ammalorate e garantirne la conservazione nel tempo è importante impiegare prodotti di qualità e saper scegliere il ciclo di ripristino del calcestruzzo più idoneo allo stato di degrado in cui versano.

Nella scelta del giusto ciclo d'intervento però, oltre all'entità del problema, entrano in gioco altri aspetti che, in fase di progettazione e in cantiere, devono essere presi necessariamente in considerazione.

Il fattore tempo per esempio è uno di questi: quanto tempo abbiamo per realizzare il lavoro?  Oppure: quanto tempo passerà tra una lavorazione e l'altra?

Un'altra considerazione da fare è legata all'ambiente: la struttura da recuperare è esposta a fenomeni aggressivi?  È il caso per esempio di edifici fronte mare, di moli e pontili oppure di ponti e viadotti esposti agli agenti atmosferici o alla corrosione provocata dallo scioglimento dei sali disgelanti.

Poi c'è da considerare il modo in cui si effettuarà il lavoro: i posatori lavoreranno su un elevatore con cestello o su un'impalcatura?  La risposta a queste e altre domande inciderà sulla scelta di un ciclo piuttosto che di un altro.

Alla luce di queste considerazioni di seguito vi proporremo alcuni suggerimenti utili da tenere in considerazione nel momento in cui andrete a scegliere il ciclo di ripristino del calcestruzzo più adatto alle vostre esigenze. Vedremo perciò quando è il caso di procedere con un ciclo standard e quando sceglierne uno breve. Prima però facciamo alcune considerazioni preliminari.

Pontile in calcestruzzo: passivazione ferri d'armatura

Scegliere il ciclo di ripristino del calcestruzzo: considerazioni preliminari

Per scegliere il ciclo di ripristino più idoneo al caso è importante conoscere innanzitutto le cause di degrado del calcestruzzo e lo stato della struttura su quale si andrà a intervenire. Effettueremo quindi le opportune indagini volte a conoscere le caratteristiche fisiche e meccaniche del cemento armato per poter intervenire in maniera adeguata.

Il secondo aspetto da tenere in considerazione è legato alla conoscenza delle tipologie di malte da ripristino disponibili. C'è infatti ampia scelta sul mercato e ogni soluzione ha caratteristiche che influenzano la scelta del ciclo d'intervento che sarà, di conseguenza, più o meno lungo o complesso.

Esistono infatti malte che hanno specifiche funzioni come quella di proteggere i ferri d'armatura o rasare le superfici, oppure soluzioni che consentono con un unico prodotto di fare sia la passivazione dei ferri d'armatura che il ripristino e la rasatura, riducendo quindi i tempi di lavorazione. Ci sono anche betoncini colabili a elevate prestazioni che sviluppano le caratteristiche meccaniche richieste per la propria classe di appartenenza in tempi ridotti rispetto ai canonici 28 giorni di stagionatura. E poi, ancora, soluzioni a presa rapida, perfette per il periodo invernale quando si lavora con basse temperature esterne e c'è l'esigenza di accelerare la maturazione delle malte.

Ripristino del calcestruzzo: rasatura

Insomma la varietà è ampia ma, al di là di qualsiasi scelta, c'è una condizione valida per tutti i prodotti: come previsto dal Regolamento (UE) 305/2011, per i materiali da costruzione per impieghi strutturali è obbligatoria la presenza di una marcatura CE. Le caratteristiche dei materiali in possesso di tale marcatura sono disciplinate dalla norma armonizzata UNI EN 1504 recante: “Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della conformità”. La norma definisce i requisiti necessari per tali prodotti come per esempio l'appartenenza a una specifica classe di resistenza:

  • R1 e R2: classi di resistenza adatte ad applicazioni non strutturali.
  • R3 e R4: classi di resistenza per applicazioni strutturali.

Fatte queste dovute premesse, passiamo ai cicli d'intervento, la cui scelta dipenderà da diversi di fattori tra cui lo stato di degrado dell'opera in calcestruzzo da recuperare, le dimensioni dell'intervento e le tempistiche in cantiere.

PER APPROFONDIRE: Malte per il ripristino del calcestruzzo: guida alla scelta

PER APPROFONDIRE: Ripristino del calcestruzzo. Confrontiamo le resistenze a compressione delle malte Betonfix [infografica]

Quando scegliere un ciclo di ripristino del calcestruzzo standard

La scelta di procedere con un ciclo di ripristino del calcestruzzo standard in più fasi risulta la soluzione più adeguata quando bisogna intervenire su elementi particolarmente degradati. Nel caso in cui lo spessore del calcestruzzo carbonatato sia maggiore dello spessore del copriferro e le barre d'armatura risultino particolarmente arrugginite, è opportuno quindi effettuare:

  1. la stesura a pennello di una malta passivante (come il nostro Betonfix Kimifer) in modo tale da coprire completamente i ferri d'armatura ed esercitare un'efficace azione di protezione anticorrosiva;
  2. l'applicazione di una malta da ripristino del calcestruzzo di classe R3 (come Betonfix RCA) o R4 (come Betonfix FB)
  3. la rasatura protettiva e la finitura della superficie.

La scelta della classe della malta da ripristino da utilizzare dipende dalle caratteristiche del calcestruzzo. Se si deve agire su elementi con caratteristiche meccaniche particolarmente basse, è consigliabile impiegare malte R3. Le malte che rientrano in questa classe sono caratterizzate da un modulo elastico più basso rispetto alle malte in classe R4 e da una resistenza a compressione maggiore di 25 Mpa, così da rendere l’intervento di ripristino più compatibile con il supporto. Su un calcestruzzo di qualità migliore invece si può intervenire con malte di classe R4, con resistenza a compressione maggiore di 45 Mpa.

Ripristino del calcestruzzo: ciclo completo

Quando scegliere un ciclo di ripristino del calcestruzzo breve

Nel caso in cui l'intervento di ripristino del calcestruzzo sia di limitata estensione oppure nella situazione in cui il degrado non si trovi in uno stato particolarmente avanzato, il consiglio è quello di scegliere un ciclo più breve che preveda l'impiego di malte polifunzionali come Betonfix MONOLITE N (tempi di indurimento pari a 28 giorni) oppure come Betonfix MONOLITE R (tempi di indurimento pari a 40 minuti).

Cosa sono le malte polifunzionali? Sono soluzioni in cui gli inibitori di corrosione sono presenti all’interno della malta stessa. Di conseguenza non è necessario eseguire a parte la passivazione dei ferri visto che tale funzione verrà svolta direttamente dalla malta cementizia. Un ulteriore vantaggio delle malte polifunzionali sta nel fatto che hanno la proprietà di lasciare la superficie oggetto di ripristino liscia e rasata e di accorciare così ulteriormente i tempi di posa in opera.

Cicli brevi che prevedono l'uso di malte polifunzionali sono scelti con molta frequenza in opere di ripristino in facciata di edifici residenziali, porzioni di travi e pilastri, fasce marcapiano e frontalini di balconi.

Attenzione però: se la corrosione dei ferri d'armatura è molto accentuata il consiglio è quello di utilizzare comunque, per una miglior riuscita dell'intervento, una malta passivante. Essendo applicata direttamente sui ferri infatti, ha un’azione più mirata rispetto a quella di una malta polifunzionale.

Lo stesso discorso può essere fatto anche nel caso in cui tra una lavorazione e l'altra trascorra diverso tempo. Se, per esempio, tra la preliminare operazione di pulizia dei ferri d'armatura e la fase di ripristino trascorre qualche mese o anche una stagione, è possibile procedere comunque alla passivazione dei ferri al fine di non lasciarli esposti alle intemperie, anche se poi si opterà per un ciclo breve.

Assistenza tecnica e progettuale: ci pensa Kimia

In questo nuovo articolo dedicato al ripristino del calcestruzzo abbiamo visto quali aspetti influenzano la scelta del ciclo d'intervento adatto allo scopo e quando scegliere un ciclo breve piuttosto che in più fasi. Si tratta, come detto, di suggerimenti visto che gli aspetti da valutare possono essere diversi. Proprio per questo se avete dubbi in proposito o preferite sottoporci il vostro caso scriveteci utilizzando i nostri canali di contatto o in chat usando Whatsapp o Facebook Messenger.

Vi ricordo infine che a per assistenza è sempre attivo il nostro servizio di Supporto alla Progettazione.

Ing. Stefano Agnetti, Responsabile Ufficio Tecnico Kimia

Ing. Stefano Agnetti, Responsabile Ufficio Tecnico Kimia

Ingegnere civile laureato a Perugia nel 2010 e PhD in ingegneria civile e materiali innovativi. In Kimia mi occupo di restauro e recupero edilizio. Mi piace viaggiare, sperimentare in cucina e sono un amante degli animali. Questo è il mio profilo Linkedin

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