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Sistemi compositi certificati: 10 domande sul CIT

La certificazione dei sistemi compositi FRP è un tema di particolare interesse nel settore delle costruzioni. Il motivo è semplice: il possesso del CIT ovvero del "Certificato di Idoneità Tecnica all’Impiego" rappresenta il requisito essenziale per poter impiegare i sistemi FRP negli interventi di consolidamento strutturale. Le domande che riceviamo da progettisti e imprese sull'argomento sono tante per questo abbiamo risposto alle più frequenti. Ecco quindi le nostre risposte alle 10+1 domande più frequenti sul CIT.

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Sistemi compositi FRP certificati

Il Certificato di Idoneità Tecnica è essenziale per poter impiegare i sistemi compositi FRP negli interventi di rinforzo strutturale. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo risposto a 10 domande frequenti sul CIT

La certificazione dei sistemi compositi FRP è un tema di particolare interesse nel settore edilizio. Il possesso del CIT, ovvero del "Certificato di Idoneità Tecnica all’Impiego", rappresenta infatti il requisito essenziale per poter impiegare i sistemi FRP negli interventi di consolidamento strutturale. Un dato di fatto dietro al quale però si celano molte domande, quelle di progettisti e imprese che si rivolgono alle aziende fornitrici per fugare i propri dubbi in materia.

Che cos'è il CIT? Con quali sistemi si può progettare? In cosa consistono le prove di accettazione? Cosa cambia rispetto a prima?

In quanto azienda in possesso del Certificato le domande che riceviamo ogni giorno sull'argomento sono molteplici, per questo ne abbiamo scelte alcune e realizzato un articolo a mo' di FAQ. Ecco quindi le nostre risposte alle 10 domande più frequenti sul CIT.

1 - Che cos'è il CIT?

Il "Certificato di Idoneità Tecnica all'impiego", meglio conosciuto come "CIT", è una specifica qualificazione per l’utilizzo di sistemi e materiali da costruzione rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, come previsto dalla “Linea Guida per la identificazione, la qualificazione ed il controllo di accettazione di compositi fibrorinforzati a matrice polimerica (FRP) da utilizzarsi per il consolidamento strutturale di costruzioni esistenti”.

La Linea guida è stata approvata il 9 luglio 2015 con Decreto del Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Da quel momento è cominciato per le aziende fornitrici l'iter per la qualificazione dei propri sistemi e l'ottenimento del CIT. I primi certificati sono stati rilasciati a partire da luglio 2017. Kimia ha ottenuto il CIT a ottobre dello stesso anno e al momento è l'azienda con il più alto numero di sistemi FRP certificati in Italia.

2 - A cosa serve il CIT?

Il CIT serve a regolamentare a livello normativo l'utilizzo dei sistemi compositi FRP per gli interventi di rinforzo strutturale. Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008 – D.M. 14 gennaio 2008) prescrivono infatti che tutti i materiali e prodotti da costruzione, quando impiegati per uso strutturale, debbano essere identificabili, in possesso di specifica qualificazione all’uso previsto e debbano essere oggetto di controllo in fase di accettazione da parte del Direttore dei lavori. A tal fine le NTC 2008 prevedono che i materiali e i prodotti da costruzione per uso strutturale, quando non marcati CE ai sensi del Regolamento (UE) n.305/2011 o non provvisti di Benestare Tecnico Europeo, debbano essere in possesso di un "Certificato di Idoneità Tecnica all’impiego" rilasciato dal Sevizio Tecnico Centrale (STC), sulla base di linee guida approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. 

3 - Per quali sistemi è previsto l'obbligo del CIT?

La Linea Guida riguarda solamente i materiali FRP costituiti da fibre lunghe di carbonio, vetro o aramide in una matrice polimerica termo-indurente. I sistemi previsti dalla Linea Guida si dividono in due tipi:

  • sistemi impregnati in situ costituiti da tessuti di fibre uni o multi-direzionali di differenti grammature, impregnati e incollati al supporto con resina;
  • sistemi preformati costituiti da lamine preparate in stabilimento mediante pultrusione e incollati con resina all’elemento strutturale da rinforzare.

Lamine in carbonio su solaio

4 - Qual è l'iter da seguire per ottenere la certificazione?

Ogni azienda produttrice per ottenere il CIT ha dovuto presentare, o dovrà presentare se vorrà ottenerlo, la documentazione necessaria per qualificarsi. In particolare per ciascun sistema vengono richieste prove di qualificazione di tipo meccanico e di accertamento della durabilità ambientale (denominate "prove iniziali di tipo").

Il produttore deve predisporre due gruppi di campioni, da sottoporre a prove di trazione (per la valutazione della resistenza meccanica) e a prove di invecchiamento (per la valutazione della resistenza a cicli di gelo-disgelo, all'umidità, agli ambienti salini e agli ambienti alcalini). Per ciascun sistema impregnato in situ si prevede un numero complessivo di 50 prove. Poco meno, 47, per i sistemi preformati.

In aggiunta a queste sono richieste ulteriori prove sui sistemi al fine di testare e comprovare la validità e l'efficacia degli stessi in base alle loro modalità di applicazione. Per farlo vengono predisposte prove di adesione, prove di trazione tangenziale, prove a flessione, ecc.

5 - Perché si parla di "sistemi" e non di materiali compositi?

Con l’introduzione delle Linee Guida, viene chiarito il concetto di “sistema” composito, ovvero realizzato mediante tessuti e resine certificati dallo stesso fornitore. La certificazione ottenuta per un “sistema” prevede l'impiego di un determinato tessuto e di specifiche resine e non può essere estesa a un altro FRP, magari simile al primo ma differente per grammatura o tessitura. Variando un elemento si configura dunque un differente sistema. Di conseguenza tutti gli elementi del sistema devono essere acquisiti dalla stesso produttore in possesso della certificazione.

Impregnazione di tessuto in fibra di carbonio

6 - Come vengono identificati questi sistemi?

Le Linee Guida prevedono delle classi secondo le quali i sistemi possono essere identificati in base ai valori di modulo elastico e resistenza a trazione. Ciò vale sia per i sistemi impregnati in situ (i tessuti) sia per quelli preformati (le lamine pultruse). Queste classi sono concettualmente paragonabili a quelle, già note ai progettisti, in uso per gli acciai da costruzione. Ai progettisti, in fase di calcolo, basterà prescrivere un sistema di rinforzo specificandone solo la classe, in modo da richiamare a caratteristiche meccaniche definite in maniera univoca. In fase di qualificazione vengono richieste prove e certificazione tanto sui singoli elementi (marcatura CE delle resine), quanto sui sistemi applicati.

7 - Che differenza c'è tra sistemi impregnati "in situ" e "preformati"?

Come riportato dalle Linee guida, i sistemi impregnati in situ sono costituiti da fogli o tessuti di fibre uni o multi-direzionali, impregnati direttamente in cantiere con resina polimerica, che può fungere anche da adesivo al substrato interessato dall’intervento di rinforzo. Per fare un esempio, nel caso delle nostre soluzioni, sono sistemi di questo tipo i tessuti di armatura in fibra di carbonio Kimitech CB e Kimitech CBA, incollati al supporto da rinforzare tramite l'adesivo Kimitech EP-TX e impregnati con la resina epossidica fluida Kimitech EP-IN.

I sistemi preformati invece sono costituiti principalmente da elementi a forma di lastre sottili (lamine) preparati in stabilimento mediante pultrusione, o altri processi produttivi di comprovata validità tecnologica, e successivamente incollati in cantiere alla membratura da rinforzare con collanti forniti dallo stesso produttore. Nel nostro caso sono sistemi preformati le lamine pultruse Kimitech PLATE incollate al supporto da rinforzare con stucco epossidico Kimitech EP-TX.

PER APPROFONDIRE: Fibre di carbonio per il rinforzo strutturale: come applicarle in cantiere

8 - In cosa consiste la procedura per l'accettazione dei compositi FRP in cantiere?

La procedura di accettazione prevede controlli obbligatori di competenza del Direttore dei Lavori. Tale figura deve accettare in cantiere il sistema fornito e verificare che sia in possesso delle caratteristiche richieste in termini di documentazione e tracciabilità. Lo stesso deve inoltre accertare l’appartenenza del sistema alla classe prevista dal progettista, secondo una procedura di qualificazione e accettazione descritta nelle Linee Guida.

I controlli sono esclusivamente di tipo meccanico e devono essere eseguiti poi in un laboratorio autorizzato sui campioni ricavati da laminati realizzati in cantiere. A realizzare i campioni devono essere gli stessi addetti del cantiere. Le stesse modalità di accettazione richieste per i sistemi laminati in situ sono previste anche per i sistemi preformati.

Campioni di fibra di carbonio
Campioni di fibra di carbonio per l'esecuzione di prove di trazione

9 - Chi può eseguire i controlli di accettazione?

Le prove meccaniche devono essere effettuate da un laboratorio autorizzato ai sensi dell’art. 59 del DPR 380/2001. Le stesse devono essere svolte in un tempo ritenuto utile dal Direttore dei Lavori ai fini dell’accertamento della qualità e della conformità alle specifiche di progetto dei rinforzi oggetto di fornitura e comunque non oltre 30 giorni. Le condizioni ambientali devono essere le medesime di quelle d'installazione.

I laminati devono essere tanti quante sono le classi dei sistemi di rinforzo da installare, tenendo anche conto dell’eventuale molteplicità di fornitori. Gli stessi devono essere costituiti da 3 strati. Da ciascun laminato devono essere ricavati 3 campioni, in riferimento ad ogni lotto di spedizione e comunque ogni 500 mq o frazione di sistema di rinforzo, sempre che il marchio e la documentazione di accompagnamento dimostrino la provenienza del sistema di rinforzo da uno stesso fornitore.

10 - In quale caso si ritiene superata la prova di accettazione?

La prova si ritiene superata se per tutti e tre i provini i valori della tensione di rottura e del modulo elastico a trazione, entrambi nella direzione delle fibre, risultano non inferiori a quelli nominali. Alla documentazione di accompagnamento di ogni lotto di spedizione il fornitore deve allegare un manuale d'installazione, nel quale sono riportate le istruzioni operative per la corretta applicazione del sistema di rinforzo con particolare riguardo ai trattamenti da effettuare sul supporto prima dell’installazione del composito FRP.

Bonus: quali sono i sistemi FRP certificati da Kimia?

Kimia ha ottenuto il CIT per 10 sistemi compositi fibrorinforzati della gamma Kimitech. Il numero di sistemi certificati, come detto, ci pone attualmente come l'azienda produttrice con il più alto numero di sistemi in carbonio FRP certificati in Italia. Si tratta di sistemi con diverse grammature e tessiture, differenti resistenze e moduli elastici, sotto forma di tessuti da impregnare in situ e in lamine preformate, per adattarsi al meglio alle diverse esigenze progettuali.

Per approfondire i nostri sistemi certificati vi invitiamo a leggere sul blog l'articolo: "Consolidamento strutturale: Kimia ha ottenuto il CIT per 10 sistemi in carbonio FRP". Sul sito del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici invece trovate la copia del Certificato ottenuto.

Assistenza tecnica e progettuale: ci pensa Kimia

Avete trovato utile l'articolo sul CIT e sui sistemi compositi certificati? Se sì vi invito a condividere l'articolo e a scriverci, in caso, per ulteriori domande. Infine vi ricordo che per assistenza tecnica e progettuale sono a vostra disposizione con il team dell'Ufficio Tecnico Kimia. Per richiederla scoprite il Servizio di Supporto alla Progettazione Kimia.

Ing. Stefano Agnetti, Responsabile Ufficio Tecnico Kimia

Ing. Stefano Agnetti, Responsabile Ufficio Tecnico

Ingegnere civile laureato a Perugia nel 2010 e PhD in Ingegneria Civile e Materiali Innovativi. In Kimia mi occupo di restauro e recupero edilizio. Mi piace viaggiare, sperimentare in cucina e sono un amante degli animali. Questo è il mio profilo Linkedin